Si concludono le attività letterarie estive di Meraki
ULTIMO APPUNTAMENTO LETTERARIO CON “L’uomo che mangiava carrube”
L’attore e scrittore Alessandro Serra presenterà il suo nuovo romanzo
Sarà Alessandro Serra a concludere l’estate letteraria dell’associazione Meraki, con il suo romanzo “L’uomo che mangiava carrube”, ambientato nel territorio ibleo.
La presentazione del libro avverrà venerdì 10 settembre, presso la Sala Verde del Comune di Palazzolo Acreide, a partire dalle ore 19.
Ad accompagnare l’evento sarà l’arpa di Lucia Basile, mentre Concetta Caruso, segretario di Meraki, intervisterà e dialogherà con l’autore.
L’evento si terrà nel rispetto delle norme anti-Covid19.
L’autore
Alessandro Serra nasce a Roma nel 1965, ma le origini sono canicattinesi.
Il paese è sempre presente nel cuore e nella mente, fino al diploma, i tre mesi di vacanze estive costituiscono tappe fondamentali, nelle quali stringerà fraterne amicizie ancora saldamente durature.
Durante i corsi universitari e anche dopo per diversi anni, si sperimenta nelle più disparate attività lavorative che, in futuro, andranno a costituire un bagaglio di conoscenze ed esperienze utilissime una volta intrapreso il percorso artistico.
Nella capitale, dopo essersi formato all’ombra di sapienti maestri, costituisce una compagnia teatrale che, non solo si esibisce sulle tavole dei palcoscenici, ma diversifica l’attività con iniziative parallele, accolte con il favore dal pubblico.
Scrive testi teatrali, assumendone la regia e infine trova ristoro alla propria fantasia, scrivendo romanzi.
Essendosi trasferito definitivamente a Canicattini, nella casa che era stata dei nonni, decide di ambientare in questi luoghi da sempre cari, l’ultimo romanzo, “L’uomo che mangiava carrube”, uscito lo scorso 1 giugno con il contributo dell’AVIS di Canicattini.
La storia narrata s’intreccia intorno ai personaggi, li avvolge e li coinvolge, facendo altrettanto con il lettore, portandolo in labirinti sconosciuti, dai quali non è dato sapere se mai ritroverà l’uscita.
Dalla quarta di copertina di “L’uomo che mangiava carrube”
“𝘘𝘶𝘢𝘯𝘥𝘰 𝘴𝘪 𝘰𝘴𝘢 𝘱𝘪𝘶̀ 𝘥𝘦𝘭 𝘥𝘰𝘷𝘶𝘵𝘰 𝘦 𝘤𝘪 𝘴𝘪 𝘴𝘱𝘪𝘯𝘨𝘦 𝘰𝘭𝘵𝘳𝘦 𝘥𝘪𝘷𝘦𝘯𝘵𝘢 𝘪𝘮𝘱𝘰𝘴𝘴𝘪𝘣𝘪𝘭𝘦 𝘤𝘢𝘭𝘤𝘰𝘭𝘢𝘳𝘦 𝘭𝘦 𝘱𝘦𝘳𝘤𝘦𝘯𝘵𝘶𝘢𝘭𝘪 𝘥𝘪 𝘳𝘪𝘴𝘤𝘩𝘪𝘰, 𝘴𝘱𝘦𝘴𝘴𝘰 𝘴𝘪 𝘧𝘪𝘯𝘪𝘴𝘤𝘦 𝘤𝘰𝘭 𝘱𝘦𝘴𝘵𝘢𝘳𝘦 𝘪 𝘱𝘪𝘦𝘥𝘪 𝘢 𝘲𝘶𝘢𝘭𝘤𝘶𝘯𝘰, 𝘤𝘰𝘯 𝘤𝘰𝘯𝘴𝘦𝘨𝘶𝘦𝘯𝘻𝘦 𝘪𝘳𝘳𝘦𝘷𝘦𝘳𝘴𝘪𝘣𝘪𝘭𝘪. 𝘐𝘯𝘢𝘴𝘱𝘦𝘵𝘵𝘢𝘵𝘢𝘮𝘦𝘯𝘵𝘦, 𝘛𝘢𝘻𝘪𝘰 𝘴𝘪 𝘳𝘪𝘵𝘳𝘰𝘷𝘦𝘳𝘢̀ 𝘰𝘣𝘣𝘭𝘪𝘨𝘢𝘵𝘰 𝘢 𝘥𝘰𝘷𝘦𝘳 𝘦𝘴𝘱𝘭𝘰𝘳𝘢𝘳𝘦 𝘶𝘯𝘢 𝘴𝘦𝘳𝘪𝘦 𝘥𝘪 𝘷𝘪𝘤𝘰𝘭𝘪 𝘢𝘱𝘱𝘢𝘳𝘦𝘯𝘵𝘦𝘮𝘦𝘯𝘵𝘦 𝘤𝘪𝘦𝘤𝘩𝘪 𝘦 𝘪𝘯𝘵𝘳𝘦𝘤𝘤𝘪𝘢𝘵𝘪 𝘤𝘩𝘦, 𝘪𝘯𝘴𝘪𝘦𝘮𝘦, 𝘤𝘰𝘴𝘵𝘪𝘵𝘶𝘪𝘴𝘤𝘰𝘯𝘰 𝘪 𝘳𝘢𝘮𝘪 𝘥𝘪 𝘶𝘯 𝘭𝘢𝘣𝘪𝘳𝘪𝘯𝘵𝘰 𝘪𝘯𝘦𝘴𝘱𝘶𝘨𝘯𝘢𝘣𝘪𝘭𝘦. 𝘚𝘢𝘳𝘢̀ 𝘪𝘯 𝘨𝘳𝘢𝘥𝘰 𝘥𝘪 𝘳𝘦𝘤𝘶𝘱𝘦𝘳𝘢𝘳𝘦 𝘭𝘢 𝘯𝘦𝘤𝘦𝘴𝘴𝘢𝘳𝘪𝘢 𝘭𝘶𝘤𝘪𝘥𝘪𝘵𝘢̀ 𝘤𝘩𝘦 𝘨𝘭𝘪 𝘱𝘦𝘳𝘮𝘦𝘵𝘵𝘦𝘳𝘢̀ 𝘥𝘪 𝘳𝘪𝘴𝘰𝘭𝘷𝘦𝘳𝘦 𝘪𝘭 𝘥𝘪𝘭𝘦𝘮𝘮𝘢 𝘤𝘩𝘦 𝘭𝘰 𝘳𝘪𝘤𝘰𝘯𝘥𝘶𝘳𝘳𝘢̀ 𝘢𝘭𝘭’𝘶𝘴𝘤𝘪𝘵𝘢? 𝘖𝘱𝘱𝘶𝘳𝘦 𝘯𝘦 𝘳𝘦𝘴𝘵𝘦𝘳𝘢̀ 𝘱𝘳𝘪𝘨𝘪𝘰𝘯𝘪𝘦𝘳𝘰 𝘱𝘦𝘳 𝘴𝘦𝘮𝘱𝘳𝘦?”